RSS

Archivi categoria: Ricerche e Studi

I quaderni di CESVOT

Riporto una segnalazione molto interessante sulla nuova pubblicazione del Cesvot sul tema:  Il volontariato. Immagini, percezioni e stereotipi.

Un volume che riporta i risultati di una ricerca promossa da Cesvot e realizzata dall’Università di Firenze che ha indagato su immagini, percezioni e stereotipi del e sul volontariato.

La pubblicazione si può scaricare gratuitamente da qui: http://www.cesvot.it/repository/cont_schedemm/6127_documento.pdf

 
Lascia un commento

Pubblicato da su 24 gennaio, 2011 in Ricerche e Studi

 

Tag: , ,

IL FUTURO DEL NONPROFIT: CARTACEO O DIGITALE? SI DECIDE AL FESTIVAL DEL FUNDRAISING!

Professionisti della raccolta fondi, operatori del nonprofit e volontari si incontrano a Castrocaro Terme dall’11 al 13 maggio 2011 per aggiornare e raffinare strumenti, soluzioni e servizi del fundraising

11, 12, 13 maggio 2011: finalmente è possibile assicurarsi un posto alla quarta e tanto attesa edizione di quello che è diventato il principale luogo di incontro in Italia per fundraiser e professionisti che lavorano nel nonprofit e per il nonprofit. Un appuntamento irrinunciabile dove poter definire quali strumenti di comunicazione adottare nel 2011 per raccogliere fondi in modo più efficace ed efficiente.

 

DIGITALE Vs CARTACEO: INNOVARE O RESISTERE?

E’ il grande tema che guiderà il Festival 2011. Di fronte alla kermesse sulle tariffe postali per il nonprofit, scatta naturale la domanda: passare on-line conviene? Dalla plenaria iniziale a quella finale di venerdì si affronterà la questione scottante: qual’è il sistema di comunicazione migliore per la raccolta fondi? Off-line oppure on-line? Traditional o digital? Investire sulla carta o sul web? Interverranno due massimi esperti di raccolta fondi e comunicazione a livello mondiale: Adrian Sargeant e Bill Toliver. “Si tratta del match più atteso del Festival” sottolinea Valerio Melandri presidente dell’Associazione che organizza il Festival, “si assisterà a una sfida unica caratterizzata dall’incalzarsi di dati, test e ricerche all’insegna di un fundraising migliore: le ricerche sulla potenza dei sistemi off-line di Adrian Sargeant contro il pensiero innovativo e al passo con il cambiamento sociale di Bill Toliver. E’ l’unica occasione in Italia per confrontarsi con l’esperienza di questi due fundraiser di fama mondiale.”

IL PROGRAMMA

Strutturato sul modello delle sessioni parallele, il Festival prevede 61 incontri, tra sessioni plenarie, workshop, special workshop e case study, assieme ad alcuni dei massimi esperti di raccolta fondi nazionali ed internazionali. Read the rest of this entry »

 

Tag:

Le 5 dritte per una comunicazione sociale vincente

Cambiamento è indubbiamente una delle parole chiave del primo decennio del secolo. Un’affermazione che ci fa venire subito in mente la politica – il nome Obama vi dice niente? – ma anche le campagne sociali che puntano a far cambiare i comportamenti delle persone.

In un interessantissimo articolo su Harvard Business Review, Rosabeth Moss Kanter spiega quali sono i 5 elementi chiave per una campagna sociale vincente.

Messaggi memorabili: le campagne politche, così come quelle per i brand, devono partire da un messaggio chiaro, breve, facilmente ripetibile ed emotivamente convincente. La campagna per promuovere l’autista designato, lanciata da Jay Winsten all’Harvard School of Public Health 21 anni fa, ha ridotto le conseguenze della guida in stato di ebbrezza del 25% in 4 anni semplicemente grazie allo slogan “The designated driver is the life of the party.” Il messaggio gioca sull’espressione”life of the party” facendo capire che un party può essere divertente ma allo stesso tempo ricordando che la vita dipende da un guidatore che deve rimanere lucido.

per il resto continua qui

 

Tag:

CSR On line Awards 2009: vince ENI

La seconda edizione della ricerca CSR Online Awards sulla comunicazione online della responsabilita’ sociale d’impresa incorona Eni: al secondo posto Telecom Italia e al terzo Banca MPS, vincitrice nel 2008; Fiat quella che e’ migliorata di piu’. La ricerca CSR Online Awards 2009, realizzata per il secondo anno consecutivo dalla societa’ di comunicazione finanziaria Lundquist in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha effettuato un attento monitoraggio su come i siti istituzionali vengono utilizzati dalle imprese in Italia per comunicare la propria CSR (Corporate Social Responsibility).

Con l’intento di stimolare il dibattito sull’importanza della comunicazione online quale leva strategica di responsabilita’ sociale, la ricerca ha valutato come le societa’ quotate dell’indice azionario S&P/Mib comunicano strategie e iniziative di CSR attraverso il sito web istituzionale.Il protocollo di valutazione utilizzato, comprendente 76 criteri, e’ stato definito sulla base dell’indagine che Lundquist effettua annualmente, alla quale hanno partecipato quest’anno 184 esperti di CSR da 30 Paesi, coinvolti anche attraverso social network come LinkedIn e Facebook.

LA TOP10 DELLA COMUNICAZIONE ONLINE DELLA CSR: Eni, con 84,5 punti su un massimo di 100, guadagna la prima posizione grazie alla concretezza delle informazioni della sezione sostenibilita’. Accanto alle dichiarazioni e alle politiche, la societa’ presenta esempi tangibili del proprio agire, indica gli obiettivi futuri e dedica un’ampia sezione alla quantificazione dei risultati raggiunti. Telecom Italia con 69,5 punti sale al secondo posto mentre Banca MPS, con 64 punti, scende in terza posizione dopo il primo posto dello scorso anno. Terna e Snam Rete Gas entrano nella Top10 italiana.”La nostra indagine di esperti internazionali ha rivelato come gli stakeholder hanno bisogno di una comunicazione della CSR chiara ed efficace sul web” dichiara James Osborne, responsabile della ricerca. “Per questo, la classifica 2009 ha premiato quei siti che parlano concretamente di CSR supportando le dichiarazioni con dati, esempi e documenti”.

fonte: AGI

 

Tag: , , , ,

Crescono gli Spot sociali gratuiti

Cresce del 5,8%  il numero di spot sociali gratuiti in Italia. La pubblicità no profit ospitata gratuitamente sui media italiani aumenta  da 56 a quasi 60 mila passaggi negli ultimi 12 mesi. Un incremento trainato soprattutto dalla radio, utilizzata nel 35 per cento dei casi, seguita dalla tv (30,2 per cento), dai quotidiani (15,3) e dalle affissioni (14,5). Staccati i periodici e i cinema, che insieme arrivano al 5%.

Lo ha dichiarato il direttore marketing della Nielsen media, Alberto Dal Sasso, intervenuto alla Conferenza internazionale della Comunicazione sociale della Fondazione Pubblicita’ Progresso chiusa gli scorsi giorni. Negli ultimi 12 mesi e’ la televisione che ha registrato un autentico boom degli spot sociali gratuiti, con un +31,8 per cento rispetto a ottobre dello scorso anno, seguita dai periodici (+16,8) e dalla radio (+9 per cento). In controtendenza i quotidiani, che perdono oltre il 10 per cento. Un dato positivo, che pero’ non nasconde alcune criticita’ sulla formulazione dei messaggi da parte del mondo no profit. Secondo il presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, Alberto Contri, infatti: “Assistiamo a una mole esagerata di messaggi spesso dispersivi, che nella maggior parte dei casi non raggiungono il necessario grp, ovvero il valore minimo di notorietà che attesta l’efficacia di un messaggio. E’ senz’altro un fatto positivo poter contare sulla disponibilità dei media, ma è il mondo del sociale che dovrebbe autoregolamentarsi con una cabina di regia in grado di ottimizzare la portata comunicativa a nostra disposizione”.

 
1 Commento

Pubblicato da su 9 dicembre, 2008 in Notizie, Ricerche e Studi

 

Tag: , , ,

Aids, la Bocconi denuncia l’inefficacia delle campagne sociali

A oltre vent’anni dalla diagnosi del primo caso di Aids nel nostro Paese il profilattico fa ancora paura. E’ infatti gradualmente scomparso dalle campagne pubblicitarie per prevenire l’Aids realizzate in Italia negli ultimi anni e che risultano poco coraggiose, dai toni eccessivamente “soffici” e per nulla efficaci. A dare questo giudizio negativo è l’università Bocconi, che ha presentato oggi una ricerca condotta da Emilio Tanzi e Isabella Soscia della Sda sugli 85 messaggi pubblicitari per la stampa e le affissioni volute dal 1987 al 2007 da Ministero della Salute, Lila e Pubblicità Progresso.
Quello che emerge è un panorama sconfortante: solo nel 29% dei messaggi analizzati compare il termine “profilattico”. Una lacuna che, come rilevano gli esperti, è gravissima se consideriamo la sempre maggior incidenza della trasmissione per via sessuale del virus (si è passati dal 7% del 1985 al 57,8% del 2004). Ed è proprio la Bocconi a segnalare una svolta “reazionaria” registrata nelle pubblicità anti-Aids negli ultimi anni. Se nel periodo 1987-1991 i messaggi erano più audaci (il termine profilattico compariva nel 44% delle campagne e il riferimento agli atti sessuali nel 55% dei casi), nel quadriennio 2003-2007 la paura ha avuto la meglio (il preservativo appare solo nel 7% dei messaggi, gli atti sessuali compaiono solo nel 20%).

Una timidezza che, secondo Tanzi e Soscia, si rivela fatale per quello che è il principale obiettivo di queste campagne: cambiare i comportamenti individuali. “Servirebbero messaggi univoci e più impattanti”, segnala Soscia, che evidenzia anche come all’estero si preferisca choccare il pubblico, mentre in Italia si punta su ironia, amore e, solo in pochi casi, sulla paura.

I messaggi pubblicitari anti Aids in Italia risultano anche poco concreti: solo il 44% fornisce indicazioni sui servizi aiquali rivolgersi. Inoltre, non tengono conto di un dato allarmante fornito dall’Istituto superiore si Sanità: si stima che un quarto della popolazione italiana infetta non sappia di aver contratto l’Hiv. Ma gli ideatori delle campagne sembrano ignorare questo dato: solo il 30% dei messaggi fa riferimento al test per verificare la propria condizione.

fonte:apcom

 
4 commenti

Pubblicato da su 27 giugno, 2008 in Notizie, Ricerche e Studi

 

Tag: , , ,

Gli italiani e l’impegno sociale secondo l’Eurispes

Non sono solo le istituzioni politiche, a giudizio dell’Eurispes, ad aver visto scendere il livello di fiducia accreditato: gli italiani dimostrano diffidenza anche verso il mondo del lavoro e della scuola. Il 46,8%, rileva il Rapporto Eurispes, non si fida dei propri colleghi di lavoro ed il 62,8% considera la scuola un posto non sicuro per i bambini. La fiducia verso i parenti si attesta al 79,2%, mentre cala nei confronti degli altri: il 52,9% va ai vicini di casa, il 41,7% agli abitanti del quartiere e solo il 27,2% alle persone in genere (Iref-Acli). Gli italiani tendono a sviluppare una forma di solidarieta’ caratterizzata da un raggio d’azione piuttosto corto. Particolarismo e diffidenza verso l’estraneo. Il ricorso alla parentela e l’isolamento dalle relazioni piu’ estese nuoce anche allo stato di salute della democrazia. Da un lato, rileva l’Eurispes, gli italiani sembrano un popolo particolarmente incline alla partecipazione democratica, dall’altro invece sembrerebbero individui passivi ed egoisti. E’ possibile individuare quattro diversi modi di ”fare societa”’, secondo i dati Iref del 2006. Esiste una percentuale non troppo elevata di italiani (17%) che tendono a ripiegarsi in se stessi senza dimostrare alcun interesse nei confronti della sfera pubblica. Read the rest of this entry »

 
1 Commento

Pubblicato da su 26 gennaio, 2008 in Ricerche e Studi

 

Tag: ,

Primo rapporto sulla comunicazione sociale

Non è recentissimo, ma voglio invitarvoi a leggere il Primo Rapporto sulla Comunicazione Sociale in Italia realizzato nel 2005 dall’OCCS, l’Osservatorio sulle Campagne di Comunicazione Sociale di Torino. Il Rapporto rappresenta in Italia la prima fotografia completa di una disciplina che sta al confine tra le scienze della comunicazione e le politiche sociali, che oggi coinvolge soggetti diversi (Pubblica Amministrazione, le organizzazioni senza scopo di lucro, i professionisti della comunicazione) e assume sempre più rilevanza sul piano economico e sociale.Il lavoro si è posto l’obiettivo di fornire un quadro sistematico dei dati esistenti relativi al settore ed offrire qualche spunto di riflessione sugli sviluppi della comunicazione sociale nel nostro Paese ed in ambito europeo.

Il volume è suddiviso in dieci capitoli e si rivolge in modo particolare ai soggetti che si occupano dell’ideazione, della realizzazione, della pianificazione e della valutazione delle campagne di Comunicazione Sociale ed è inoltre indirizzato a tutti coloro che, a diverso titolo, sono coinvolti nello studio, nella produzione e nell’utilizzo della comunicazione sociale come i media, le imprese, le organizzazioni no profit e il mondo universitario e della ricerca.
Il Primo Rapporto sulla Comunicazione Sociale in Italia , edito da ERI RAI è reperibile nelle librerie.

Un abstract del Primo rapporto comunicazione sociale.

 

Tag: ,

Confindustria e Luiss per un Laboratorio su responsabilità d’impresa

E’ stato firmato ieri sera in Luiss, dal presidente della Commissione Cultura di Confindustria Maurizio Costa e dal Rettore della Luiss Massimo Egidi, un accordo di collaborazione per l’avvio del “Laboratorio Confindustria-Luiss sulla Responsabilità Sociale d’Impresa”.

Si tratta, informa una nota, di uno strumento che intende affermarsi come voce autorevole nel dibattito nazionale e internazionale sui processi decisionali legislativi e politici della responsabilità sociale, per promuoverne la diffusione presso le Pmi, collegare sempre più le imprese alla qualità del lavoro e della vita sociale e privilegiare un approccio basato soprattutto sull’autoregolamentazione dei comportamenti etici rispetto ad approcci di tipo sanzionatorio, che ancora pervadono il nostro ordinamento giuridico.

Obiettivo del Laboratorio è la promozione e la diffusione della responsabilità sociale di impresa presso il mondo produttivo attraverso il rafforzamento del legame tra accademia e mondo imprenditoriale, attingendo a tal fine sia alle risorse culturali e alle analisi dell’Università, sia alle esperienze dirette delle imprese.

 

Saatchi & Social al Maxxi, nel nome di Ettorre

Saatchi & Social

«Cosa c’è di più forte del cuore?». Lapo Elkann è commosso mentre ricorda Paolo Ettorre, amministratore delegato della Saatchi & Saatchi, recentemente scomparso, pioniere della comunicazione sociale in Italia, celebrato ieri al museo Maxxi di Roma durante Socially Correct, giornata di approfondimento sulla comunicazione sociale organizzata dalla Darc, il Maxxi, Saatchi con il patrocinio del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, il ministero delle Comunicazione e quello delle politiche giovanili. «Paolo mi insegnò le ragioni del cuore – ha spiegato Elkann durante la tavola rotonda condotta da Giovanni Minoli – mi ha aiutato molto quando rientrato dagli Stati Uniti conoscevo poco il mondo pubblicitario italiano».

Sono le 17 di un pomeriggio speciale quando al Maxxi, sulla scenografia di decine di immagini di pubblicità sociale realizzate dalla Saatchi per il Wwf, Unicef, Greenpeace e tanti altri, si parla di comunicazione, ma anche di quello che sta dietro quell’intuizione geniale che fa scaturire uno spot. Insieme a Paolo Peluffo, del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, Gianluca Comin, direttore comunicazione executive vice-presidente Enel e Bartolomeo Pietromarchi, segretario generale della Fondazione Olivetti, si ripercorre la carriera di Ettorre e si scoprono le vie dell’anima del chairman europeo della Saatchi, impegnato nella comunicazione sociale da sempre. Read the rest of this entry »

 

Recipe for Success – how food companies can benefit from consumer health

International Business Leaders Forum e Insight Investment hanno pubblicato il rapporto “Recipe for Success – how food companies can benefit from consumer health”, in cui si forniscono all’industria alimentare raccomandazioni sul come affrontare i problemi della salute e dell’obesità dei consumatori. Vengono anche forniti esempi di buone pratiche relative a gestione dei rischi, pubblicità e marketing, promozione di attività fisiche.  

 
Lascia un commento

Pubblicato da su 11 Maggio, 2007 in Ricerche e Studi

 

Ethical Branding Study

L’istituto di ricerca GfK NOP ha pubblicato lo “Ethical Branding Study” realizzato con 5.000 interviste in 5 paesi: USA, UK, Francia, Germania, Spagna.

La responsabilità per ethical business practices è attribuita dal 38% degli intervistati alle imprese, mentre il 36% ritiene che si tratti di una prerogativa dei governi e il 26% che anche i consumatori siano coinvolti. Lo studio ha rilevato che le imprese dovrebbero andare oltre il solo rispetto delle norme e considerare i costi sociali dei propri prodotti, anche perché i consumatori stanno internalizzando i principi dell’ethical business e di conseguenza sono disposti a pagare di più per prodotti etici. La scelta di ethical brands dipende dalla capacità di comunicare alla gente i propri valori.

 
Lascia un commento

Pubblicato da su 11 Maggio, 2007 in Notizie, Ricerche e Studi